Lettura del paesaggio
Il paesaggio testimonia come l’escavazione del marmo sia l’attività economica su cui si basa l’esistenza di Carrara fin dalla sua fondazione, avvenuta nel Medio Evo, ma le cui radici risalgono all’Epoca Romana. Nei bacini marmiferi a monte della cittadina, l’intensità della coltivazione degli ultimi due secoli e l’attuale capacità produttiva, hanno impresso modifiche fisiografiche e strutturali dei rilievi tali da compromettere l’intero ecosistema. Il segno più eclatante della criticità ambientale raggiunta è l’abbattimento dei crinali che denota la non applicazione di una politica di uno sfruttamento consapevole degli effetti di un’escavazione esasperata. Tuttavia, almeno in un caso, l’abbattimento del crinale è stato bloccato perché ritenuto lesivo del suo significato identitario per la popolazione di Carrara. E’ l’evidenza di come sia ormai ineludibile il conflitto tra l’interesse economico legato alle cave e l’identità culturale che la stessa attività estrattiva ha contribuito a produrre. Un conflitto che si estende anche e soprattutto alla questione ambientale ma che non ha ragion d’essere quando le cave producono essenzialmente carbonato di calcio, minerale industriale privo di significati identitari e la cui escavazione non trova alcuna giustificazione del danno arrecato a un habitat di assoluto rilievo come quello delle Alpi Apuane, neppure in termini di ritorno economico per la popolazione locale.
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