Lettura del paesaggio

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Foto dudemag.it

Castelluccio di Norcia è famoso per la coloratissima fioritura dei suoi campi di lenticchie, un fenomeno unico che richiama decine di migliaia di turisti ogni anno. Oltre all’effetto scenico, però, questo paesaggio è ricco di informazioni che consentono di capire a fondo il territorio del borgo. Castelluccio ha origini medievali ma la coltivazione delle lenticchie nel Pian Grande, antistante il borgo, è una pratica agricola ben più antica ed è da sempre parte integrante della tradizione agricola e culinaria locale. Il suo aspetto più appariscente, la colorazione dei campi coltivati tra maggio e luglio, è dato dalla fioritura delle piante infestanti che qui, non solo non vengono distrutte, ma costituiscono addirittura un valore aggiunto della pratica agronomica tradizionale che consente di migliorare la produzione dei legumi. La varietà di lenticchia prodotta a Castelluccio, frutto di un adattamento millenario al rigido clima del Pian Grande, trae vantaggio anche dalle basse temperature invernali che impediscono il proliferare del tonchio, un coleottero parassita di questi legumi. Di fatto, i campi variopinti e le praterie di alta montagna del vicino Monte Vettore, indicative un clima freddo, sono i segni che garantiscono una produzione di lenticchie senza l’impiego di erbicidi e di pesticidi. Ma il Monte Vettore mostra anche una traccia dai risvolti tra loro contrastanti per la popolazione locale: il cosiddetto “cordone del Vettore”, manifestazione superficiale di un sistema di faglie tettoniche profonde che sono all’origine sia della formazione del Pian Grande, e quindi indirettamente della coltivazione di lenticchie, sia della distruzione di Castelluccio avvenuta per un terremoto nel 2016. Un evento che, per quanto devastante, non sembra aver costretto il borgo all’abbandono.

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