Lettura del paesaggio

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Foto Foto wsimag.com

Il paesaggio collinare tra Conegliano e Valdobbiadene, nel Trevigiano, è il frutto dell’evoluzione storica dell’attività umana che ancora oggi lo caratterizza: la viticoltura finalizzata alla produzione del Prosecco, uno dei vini più famosi al mondo. L’inizio di questa produzione vitivinicola risale al XVII sec. con l’introduzione di un vitigno coltivato nei dintorni di Trieste con cui si produceva un vino rinomato già allora, chiamato prosecco dal nome geografico della località di origine. In breve la diffusione della viticoltura impresse nel paesaggio profonde modiche che oggi riconosciamo ancora in alcuni tratti del territorio. Tra questi, quelli paesaggisticamente più rilevanti sono i ciglioni, tipici terrazzamenti erbosi, la forte promiscuità tra i vitigni di piccola estensione e il bosco circostante, e, a partire dall’800, le trame delicate della coltivazione a bellussera. Il notevole successo di mercato del Prosecco, registrato soprattutto a partire dal 2005, ha portato a un forte incremento della superficie vitata e l’adozione di pratiche agricole tipiche della coltivazione intensiva, il cui carattere industriale ha consentito di ottenere una produttività dei vigneti impensabile con le tecniche tradizionali.  Ciò ha comportato sia la creazione di un paesaggio vitato nuovo, profondamente diverso da quello creato dalla coltivazione tradizionale, sia l’impatto sul territorio delle conseguenze tipiche della coltivazione intensiva: forte consumo di suolo, perdita di biodiversità e utilizzo diffuso di pesticidi e erbicidi. In particolare, l’inquinamento da sostanze chimiche di sintesi ha avuto un impatto devastante sul contesto socio-ambientale delle colline, tanto da suscitare la forte opposizione di larghe fasce della popolazione locale. Il problema potrebbe trovare una soluzione nella recente introduzione di pratiche di agricoltura biologica, ma l’entità del cambiamento appare troppo limitata per poter dare risultati significativi in tempi brevi. Sebbene le coltivazioni recenti rappresentino ormai la quasi totalità del paesaggio vitato del territorio, a cui i segni della viticoltura tradizionale contribuiscono per solo il 20%, nel 2019 l’UNESCO ha riconosciuto le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene paesaggio culturale Patrimonio dell’Umanità. Una decisione che ha sorpreso e sconcertato anche molti commentatori autorevoli in materia secondo i quali l’effettivo valore storico e culturale di una limitatissima porzione di territorio non può essere esteso a un paesaggio che ormai non esprime altro che l’adozione di pratiche agricole volte a uno sfruttamento industriale del territorio, a discapito perfino della salute della popolazione locale e per questo in aperto conflitto con essa.

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